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Lecco, 15 ottobre 2021 –  Dinamica del fatturato rispetto ai livelli pre-crisi, capacità di recupero delle imprese, fattori di incertezza e di rischio, difficoltà di reperimento e mancanza di competenze, effetto digitalizzazione, investimenti e misure di supporto per la loro realizzazione.

Sono le tematiche al centro della rilevazione di Confartigianato Lombardia svolta durante il mese di settembre 2021 con oltre 1.800 interviste a micro-piccole imprese e imprese.  Nella nostra provincia hanno risposto alla survey 204 imprese. Nel confronto con le altre realtà territoriali, a Lecco si osserva una più alta quota di imprese resilienti che nei primi nove mesi del 2021 hanno pareggiato i livelli di fatturato pre-crisi (32,6% vs 26,5% media regionale) se non addirittura aumentato (32,8% vs 29,5% media regionale). Siamo anche tra i territori con una minor quota di imprenditori incerti rispetto all’andamento futuro del mercato (30,2% vs 39,7% media regionale). Per 1 MPI su 4 della provincia il digitale ha determinato e/o comporterà l’automazione dell’attività d’impresa (25,5% vs 21,9% media regionale).

I dati principali

Nei primi 9 mesi del 2021 per MPI e imprese artigiane lecchesi il fatturato in media resta ancora sotto del -3,4% rispetto allo stesso periodo 2019. Il 34,6% delle MPI raggiunge livelli di ricavi ancora inferiori a quelli pre-pandemia, mentre il 32,8% li supera e il 32,6% pareggia l’ammontare.

Per caratteristica d’impresa si osserva una maggior difficoltà di recupero, dei livelli di fatturato pre Covid-19, per: imprese non esposte sui mercati esteri, imprese potenzialmente coinvolte da domanda turistica, imprese capitanate da over 40, imprese femminili (-13,4%) e imprese di micro dimensioni con meno di 9 addetti.

A livello settoriale, nel dettaglio, in risalita troviamo: imprese di pulizie, fabbricazione macchinari, servizio riparazione beni uso personale, installatori impianti, edilizia e prodotti in metallo. Restano invece in forte ritardo: moda e trasporto persone.

Il 37,2% delle MPI lecchesi prevedono il recupero dei ricavi pre Covid entro il 2021. Coloro che vedono come traguardo di recupero il 2022 sono il 32,6% delle MPI intervistate. L’incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato rappresenta ancora un sentimento diffuso tra gli imprenditori (30,2%).

Quest’ultimo risultato è anche conseguenza della presenza di fattori che attualmente stanno avendo un certo impatto sulle imprese mettendone anche a rischio la loro capacità di recupero. Si tratta in particolare dell’elevato prezzo materie prime (76,8%), scarsità di materiale necessario per produzione (54,3%) e difficoltà nel reperire il personale (37,1%). L’ultimo fattore elencato, in particolar modo, scaturisce dal ritorno ad una certa vivacità della domanda di lavoro attivatasi per rispondere al risveglio dell’economia dopo il lungo periodo di letargo causato dalla pandemia.

Il settore che ne risente di più è quello delle Costruzioni, comparto per cui si rileva anche una quota maggiore di imprese alla ricerca di personale. Oltre l’80% delle MPI identifica la mancanza di competenze adeguate come principale causa alla base della difficoltà riscontrata, in secondo luogo viene indicato il ridotto numero di candidati che si offrono sul mercato.

Sempre sul fronte mercato del lavoro si rileva un’ampia quota di MPI, pari al 95,5%, che non prevede di ridurre il personale dell’impresa a seguito dello sblocco dei licenziamenti. Mentre si rileva che hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali nel corso del 2021 il 18,3% delle imprese artigiane e di piccole dimensioni.

In questa fase, caratterizzata dal rimbalzo produttivo, si rileva anche un incremento degli investimenti indirizzati in prevalenza a rafforzare strumenti e azioni correlate ai due pilastri della ripresa: digitale e green.

Si tratta di investimenti in software, in strumenti immateriali e in macchinari, spinti dal credito d’imposta di cui ha usufruito, o intendono usufruire, il 26,4% delle MPI lecchesi. Interrogando le imprese rispetto alle tipologie di investimento che hanno necessità di realizzare per incrementare la loro capacità competitiva si evince una maggior propensione nel voler investire in macchinari, apparecchiature e arredi di nuova fabbricazione funzionali per la produzione (38,7%), in interventi di efficientemente di impianti e macchinari di proprietà dell’impresa (34,5%) e in comunicazione e marketing (27%%). L’incentivo risulta principale propulsore degli investimenti in: mobilità green (62,8% investono/intenzionati ad investire con incentivo) e in macchinari/apparecchiature per la produzione (69,2% investono/intenzionati ad investire con incentivo).

La transizione digitale, accelerata dalla crisi Covid-19, ha determinato nel 68,2% dei casi un cambiamento nel modo di produrre, comunicare e distribuire il prodotto/servizio; nel 68,6% dei casi l’aggiornamento delle competenze del personale; nel 56,9% dei casi una crescita delle opportunità di business dell’impresa e nel 63,2% dei casi la necessità di consulenze dedicate.

“Dati puntuali uniti a previsioni che ci fanno ben sperare per la tenuta e la ripresa della nostra economia – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Ancora una volta, l’indagine di Confartigianato mette in mostra la voglia di reagire del nostro territorio, la capacità di farlo e i risultati ottenuto grazie al saper fare artigiano. I nostri imprenditori non si sono fermati durante la crisi, anzi, hanno investito e stanno investendo in digitale, formazione e ammodernamento di macchinari e processi produttivi. Sulle MPI lecchesi e lombarde incombono tuttavia due spade di Damocle da ormai troppo tempo: il miss-match tra domanda e offerta e il prezzo delle materie prime. Il Governo e le Istituzioni ci aiutino a lavorare su questi due punti per noi focali”.