Lecco, 3 settembre 2021 – Estate, tempo di ascolto per i giovani imprenditori artigiani. Grazie a un sondaggio realizzato da Confartigianato Imprese Lombardia, gli under 40 titolari di PMI hanno tracciato il quadro di come stanno reagendo alla crisi covid-19, indicando se stanno partecipando alla ripresa in corso, alla transizione 4.0, in che modo stanno contribuendo alla sostenibilità ambientale e verso quali competenze e figure professionali stanno orientando la loro ricerca e il loro interesse.

“I risultati della survey fanno ben sperare rispetto al prossimo futuro – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Uno su quattro (24,9%), nei primi sei mesi del 2021, ha superato i livelli di fatturato pre virus e il 17,3% li ha eguagliati. Certo, una quota consistente (57,8%) è ancora lontana dai risultati 2019, ma il fatto che l’82,4% partecipa alla fase di recupero che ha caratterizzato l’estate 2021 ci consente di essere ottimisti e augurarci che una quota più consistente di giovani imprese, entro fine anno, sarà in grado di saltare oltre l’ostacolo della crisi covid-19. Ciò sarà ancor più probabile se verranno meno le problematiche che ora attanagliano le imprese come l’incessante crescita dei prezzi delle materie prime, la difficoltà di reperire personale e la difficoltà di introdurre giovani da formare in azienda. Il reclutamento delle nuove leve rappresenta un problema per il 79,6% degli intervistati, dovuto in particolar modo alla mancanza di adeguate competenze. Ma, come detto, siamo ottimisti: il 36,7% prevede che l’attuale trend di crescita durerà anche dopo l’estate. Leggere questi dati ci rende orgogliosi perché i giovani, gli imprenditori dei prossimi 30 anni, sono chiamati per primi a reagire e a cogliere ogni opportunità affinché l’artigianato e le PMI continuino a essere punto di riferimento per il nostro territorio e la nostra società”

I TREND DELL’ESTATE 2021 – Nell’ultimo anno e mezzo le imprese artigiane e di micro-piccole dimensioni gestite da giovani registrano in media un calo del fatturato del 12,3%. Il macrosettore in cui queste imprese rilevano una riduzione maggiore dei ricavi è quello dei Servizi: -17,1%. In particolare, si tratta delle imprese che operano nel comparto della Comunicazione (grafici e fotografi), dell’Autoriparazione e dell’Area benessere (acconciatori, estetica, tattoo e piercing).

Distinguendo le risposte degli imprenditori in base al trend del fatturato – recupero, stazionarietà, perdita – si evince che sebbene la quota più alta, pari al 57,8% delle imprese, registri una riduzione dei ricavi rispetto ai livelli pre crisi, un’impresa su 4 (24,9%) vede invece il proprio fatturato raggiungere e superare i livelli pre pandemia.

Nell’estate 2021 la quota di giovani imprese che giova del rimbalzo produttivo, che caratterizza l’economia tutta, è pari all’82,4%, quota che raggiunge l’84,3% per le imprese giovani delle Costruzioni. Nonostante i molteplici segnali positivi, resta ancora elevata la quota di coloro che reputano incerta l’evoluzione futura del mercato (52,9%), valore che raggiunge il 54,4% per le imprese manifatturiere. Si coglie però un 36,7% di giovani ottimisti che credono che questa fase di ripresa si preserverà anche nel prossimo futuro e un 10,4% che, al contrario, ritiene che seguirà una fase di down come accaduto a seguito della ripresa dell’estate 2020.

Ad oggi i giovani artigiani riscontrano per lo più problematiche legate all’incremento dei prezzi delle materie prime e alla difficoltà nel reperire sul mercato del lavoro le figure professionali necessarie per far fronte all’attuale fase di ripresa e crescita della domanda. Nello specifico risentono maggiormente della prima problematica le imprese del Manifatturiero (62,4%) e delle Costruzioni (50%) e della seconda quelle del Manifatturiero (52,3%) e Servizi (38%).

RICERCA DI PERSONALE – Ad oggi la quota di giovani imprese che ha necessità di introdurre nuovo personale in azienda si attesta al 63,2% e nel 65% dei casi si rileva una maggiore propensione a voler assumere giovani (under 30).

Nella ricerca di personale gli imprenditori che hanno partecipato alla survey rivolgono particolare importanza alle competenze. Oltre a quelle legate alla professione vengono maggiormente ricercate: capacità di lavorare in autonomia (46,0%), capacità di risolvere problemi (problem solving) (35,7%) e flessibilità e capacità di adattamento (35,3%).

Gli imprenditori nel 79,6% dei casi riscontrano difficoltà nella ricerca e nell’inserimento di giovani in azienda. Tra i principali ostacoli: mancanza di figure con competenze adeguate (57,8%), complessità della normativa di tutela, salute e sicurezza (36,7%) e ridotto numero candidati (31,7%).

Tra le altre difficoltà esplicate rientrano anche: l’assenza di contratti flessibili e poco onerosi da utilizzare nella fase di inserimento e scarso riscontro da parte dei più giovani nel voler imparare un mestiere.

Quanto rilevato fornisce l’ennesima prova che è necessario intervenire per orientare correttamente la domanda e l’offerta di lavoro, cercando di chiudere o perlomeno ridurre il più possibile il mismatch ponendo le basi per un dialogo vero e aperto tra scuola e imprese.

Inoltre, c’è la necessità e la volontà di diffondere un messaggio diverso e di raccontare alle nuove generazioni l’artigianato di oggi, che intreccia innovazione e tradizione e che si evolve mantenendo intatti i valori che lo distinguono e il ‘modo’ di fare impresa. Tutto ciò, secondo i giovani imprenditori, parte anche da una comunicazione diversa e mirata, capace di mettere in luce la possibilità di imparare un mestiere appassionante (63,8%), la maggiore flessibilità e meno schemi che caratterizzano le realtà più strutturate (42,9%), l’umanità che contraddistingue i rapporti interpersonali (29,9%) e l’opportunità di conoscere ogni parte del processo aziendale (28,1%).

“Essere imprenditori e giovani oggi è una sfida – afferma il presidente del Movimento Giovani Imprenditori Confartigianato Lecco, Flavio Bassani – Quanto accaduto ha reso davvero complicato fare impresa, costringendo tutti, anche i più pigri, a interrogarsi su come e cosa fare per restare sul mercato e per munirsi delle carte giuste per continuare a competere. Nulla di semplice, anzi, ma i dati ci danno conferma che le imprese artigiane e di micro-piccole dimensioni guidate da noi giovani non hanno esitato e al contrario hanno colto la sfida. Noi più di tutti dobbiamo capire il mercato odierno e interpretarlo. Volgendo lo sguardo al domani ci aspettiamo un’impresa del futuro sostenibile, dinamica, innovativa, smart, visionaria, coscienziosa, inclusiva, flessibile e connessa. Il cammino che ci aspetta è imprevedibile, incerto, insicuro e poco stabile ma insieme, e con il supporto della nostra Associazione e delle Istituzioni, sono certo che lo percorreremo fino alla fine, arrivando al traguardo a testa alta”.