Home Servizi alle imprese Area fiscale  ISA – Riunione della Commissione degli esperti del 5 dicembre 2019

 ISA – Riunione della Commissione degli esperti del 5 dicembre 2019

Si è svolta il 5 dicembre 2019 la riunione della Commissione Esperti per gli indici sintetici di affidabilità fiscale avente per oggetto la validazione degli 89 ISA in evoluzione nel 2019: la revisione ha riguardato 15 ISA del settore delle Manifatture, 25 del settore Servizi, 31 del settore del Commercio e 18 dei professionisti.

A seguito dei rilievi sollevati nel corso della riunione della Commissione degli Esperti avvenuta lo scorso 24 ottobre 2019 cui non è seguita una soddisfacente risposta da parte dell’Agenzia delle Entrate, Confartigianato, unitamente alle altre organizzazioni di categoria aderenti a Rete Imprese Italia, e al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, ha scelto, di non esprimere parere in ordine alla effettiva capacità degli ISA in evoluzione nel 2019 di rappresentare in modo idoneo la realtà economica di riferimento. Motivando ampiamente la scelta in un documento consegnato alla Commissione.
La riunione del 24 ottobre scorso era stata l’occasione per sollevare innanzi alla Commissione una serie di criticità che hanno caratterizzato l’esordio del nuovo strumento per il periodo di imposta 2018 (Dichiarazione redditi 2019).
In particolare è stata richiesta un’attenzione rivolta al meccanismo applicativo del coefficiente individuale. Si ricorda, in sintesi, che un coefficiente positivo evidenzia situazioni di maggior produttività mentre coefficienti individuali negativi evidenziano, simmetricamente, situazioni di minore marginalità rispetto allo stesso settore di appartenenza. In breve si chiede di valutare l’opportunità d’inserire appositi correttivi congiunturali individuali in modo da poter migliorare complessivamente il modello. In concreto è stato evidenziato che un coefficiente individuale positivo se da un lato contraddistingue favorevolmente l’azienda “per il passato”, tende paradossalmente ad elevare la stima dei ricavi e del valore aggiunto in relazione al periodo d’imposta 2018 avendo come effetto collaterale indesiderato, spesse volte, quello di deprimere il voto ISA nell’annualità in questione con riguardo a soggetti particolarmente performanti rispetto al settore di appartenenza.
E’ stato inoltre richiesto di tener conto, per il periodo 2018, degli interventi di correzione postuma di specifiche criticità, da focalizzare anche in sede di predisposizione delle future note tecniche e metodologiche, in modo da dare concreta attuazione al principio di retroattività delle disposizioni più favorevoli al contribuente.

Sotto il profilo politico, è stato chiesto di consolidare, in generale, la valenza dello strumento e del relativo impianto metodologico, anche ai fini dei benefici connessi alla c.d. “premialità”, indipendentemente dalle eventuali criticità riscontrate, ma di non renderlo momentaneamente applicabile ai fini della selezione sottesa ad eventuali azioni di accertamento, per un periodo di almeno due anni, onde permettere, nel frattempo, un’attenta valutazione ed una più efficace valorizzazione delle cause di possibile non corretta applicazione dei nuovi indici.
Tali richieste sono state formulate avendo come obiettivo primario il miglioramento del rapporto Fisco-Contribuente, nonché la salvaguardia del dialogo istituzionale tra Amministrazione Finanziaria e Organizzazioni di rappresentanza, non soltanto nella fase di costruzione o evoluzione dei nuovi indici ma, soprattutto, in sede di applicazione degli stessi, nella piena e matura consapevolezza che tale dialogo istituzionale è la premessa indispensabile per conseguire una più rapida ed efficace politica fiscale basata sulla compliance.

Alla luce delle considerazioni sopra espresse è stato, anche, richiesto l’avvio di un sollecito ampio confronto sui temi già evidenziati e su quelli che potranno emergere in sede di successivi approfondimenti opportunamente condivisi, con il comune obiettivo di giungere all’applicazione di ISA, al periodo d’imposta 2019, più rispondenti alle realtà economiche che devono rappresentare.

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