Lecco, 19 maggio 2021 – Nell’anno della pandemia, la qualità dei servizi pubblici percepita dai cittadini italiani è peggiorata tanto da far precipitare il nostro Paese all’ultimo posto in Europa. Lo rileva l’Ufficio studi di Confartigianato attraverso un rapporto che denuncia i record negativi dell’Italia sul fronte della burocrazia e della facilità di fare impresa.

“Sono anni che le nostre imprese, per voce dell’Associazione, denunciano un mal funzionamento della Pubblica Amministrazione tutta – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Più e più volte in svariate occasioni mi sono ritrovato a dover parlare del blocco imposto alle PMI da una burocrazia lenta e farraginosa. Se solo trovassimo di fronte a noi una strada con meno ostacoli, le nostre imprese volerebbero. Invece siamo schiacciati da macigni pesantissimi, fatti di pratiche su pratiche, cavilli su cavilli. L’avanti e indietro dagli uffici, in tempo di pandemia si è trasformato in un attaccamento perenne al telefono e alle mail a cui gli imprenditori ricevono risposte troppo tardive. La imprese hanno bisogno di apparati snelli, veloci ed efficienti per essere competitive. Mi auguro che quanto dichiarato nel  Piano nazionale di ripresa e resilienza a proposito del cambiamento che si intende apportare tramite le riforme della pubblica amministrazione e della giustizia civile, nonché gli interventi per favorire la concorrenza trovino presto applicazione concreta”.

“Purtroppo non possiamo non dirci stupiti dei dati che emergono dallo studio – aggiunge Vittorio Tonini, segretario generale Confartigianato Imprese Lecco – anche se speravamo di non essere messi così male. I dati che emergono, ripresi anche da La Repubblica in un articoli di Sergio Rizzo, dicono che per l’ultima classifica annuale “Doing Business” sulla facilità di fare impresa della Banca Mondiale, l’Italia occupa la 58^ posizione, dietro al Kosovo. Se guardiamo all’Unione Europea, su 27 Paesi membri siamo 23^. Siamo ultimi, 27^, in tema di burocrazia fiscale. Infine, sull’efficienza della giustizia ci collochiamo 122^, tra Kiribati e Gaza. E il trend è nettamente peggiorato nell’ultimo anno. L’Eurobarometro ci dice che a marzo di quest’anno solo il 22% degli italiani considera “abbastanza” o “molto” buona la qualità dei servizi pubblici, contro il 25% dell’agosto 2020 e il 30% di novembre 2019. Una perdita di 8 punti rispetto a prima del Covid e comunque molto al di sotto degli altri Paesi europei concorrenti”.