Il 2022 verrà ricordato come l’anno dei record dei prezzi sui mercati energetici (si spera), infatti il valore medio del Prezzo Unico Nazionale (PUN) della borsa elettrica è stato di €/mwh 303,95 a fronte di una media storica pre Covid di poco superiore ad €/mwh 60. Nel 2020, al contrario, abbiamo registrato il valore minimo ad €/mwh 38,92. I valori massimi sono stati raggiunti nel mese di agosto con il record in alcune ore di €/mwh 870. Fortunatamente da metà settembre è iniziata una forte discesa, in parte ridimensionata a dicembre, che ha permesso di avere prezzi dell’energia in linea con i prezzi dello stesso trimestre dell’anno precedente. Se però teniamo conto delle agevolazioni introdotte dal Governo per far fronte al forte incremento dei prezzi dei mercati energetici (credito d’imposta ed azzeramento degli oneri di sistema) il prezzo medio del 4° trimestre 2022 risulta di circa il 40% inferiore rispetto allo stesso trimestre del 2021. Chiaramente chi nel 2021 aveva ancora un prezzo fisso (come i clienti Cenpi) ha avuto una quotazione bassa per tutto il 2021 e quindi ancora inferiore rispetto ai valori del 4° trimestre 2022.

Lo stesso discorso si può fare per il gas che ha avuto lo stesso andamento, anzi andrebbe fatto prima il discorso su questa materia prima che è quella che determina le variazioni dei prezzi dell’energia. Anche in questo caso abbiamo avuto i picchi nelle quotazioni nel mese di agosto con il valore record di €/mwh 310,25 il 30/08/2022, quando tutti i fornitori cercavano di accaparrarsi il gas per riempire gli stoccaggi per affrontare l’inverno ed il calo delle importazioni dalla Russia. Poi a fine ottobre, principalmente a causa delle temperature miti, abbiamo avuto un minimo di €/mwh 25,75.

Il 2023 si è aperto con molte novità, purtroppo non tutte positive. Iniziamo con quelle negative così chiudiamo in bellezza l’articolo. Il Governo non ha rinnovato l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze in media ed alta tensione e per le utenze in bassa tensione con potenza disponibile superiore a kw 16,5, questo si traduce in un aggravio di costo di circa €/mwh 30. L’azzeramento degli oneri di sistema invece è stato rinnovato per tutto il 1° trimestre per le utenze domestiche e quelle delle aziende in bassa tensione con potenza disponibile fino a kw 16,5 compresi. Per fortuna questa è l’unica nota stonata. Il Governo, con la Finanziaria 2023, legge 197/2022, ha rinnovato tutti i crediti d’imposta aumentando le percentuali come da tabella sotto:

 

SOGGETTI
1° TRIM 2022
2°-3° TRIM 2022
4° TRIM 2022
1° TRIM 2023
ENERGIVORI

20%

25% 40%

45%

NON EVERGIVORI

0%

15% 30%

35%

GASIVORI

10%

25% 40%

45%

NON GASIVORI

0%

25% 40%

45%

 

Va segnalato che, visto la diminuzione del prezzo dell’energia rispetto al 3° trimestre 2022, la base imponibile su cui calcolare il credito d’imposta si riduce, e quindi, non sempre l’aumento della percentuale del credito d’imposta si traduce in un aumento dell’importo totale del credito.

Anche le quotazioni dei mercati energetici, dopo un inizio di dicembre in forte rialzo, ed una prevedibile riduzione nel periodo Natalizio a causa della riduzione dei consumi dovuta alle chiusure aziendali, non hanno invertito la rotta alla ripresa delle attività produttive di inizio settimana e proseguono su valori relativamente bassi: per l’energia elettrica il PUN è di circa €/mwh 180, mentre per il gas il PSV è di circa €/mwh 65. Rispetto ai massimi di agosto siamo lontanissimi, ma va ricordato che rimaniamo a quotazioni che sono il triplo rispetto ai prezzi medi storici del periodo pre Covid.

I nostri uffici rimangono a Vostra disposizione per chiarimenti e per effettuare i conteggi.

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